LUCI E OMBRE NELLA DIRETTIVA DELLA FP SULLA EMERGENZA CORONA VIRUS
Il Dipartimento della F.P. ha diffuso nella mattinata di oggi la Direttiva n. 1/2020 con la quale ha fornito le “prime indicazioni in materia di contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019 nelle Pubbliche Amministrazioni al di fuori delle aree al di fuori delle aree di cui all’articolo 1 del D.L. n. 6 del 2020”.
Detta Direttiva ha seguito la pubblicazione, avvenuta nella Gazzetta Ufficiale di ieri 25 febbraio, delle diverse ordinanze a firma congiunta del Ministro della salute e dei Presidenti delle Regioni interessate (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Piemonte), che recavano “misure urgenti” per le diverse Regioni ai fini del contenimento dell’emergenza epidemiologica del Corona Virus.
Vale la pena di ricordare, a tal proposito, che la nostra Confederazione, con la nota inviata in data 22 u.s. all’attenzione del Presidente del Consiglio, del Ministro della Salute e della Ministra della Funzione Pubblica, aveva richiesto proprio l’emanazione di “specifiche direttive” per garantire in modo adeguato tutti i cittadini, e tra loro naturalmente anche “le lavoratrici e i lavoratori che ogni giorno garantiscono con il loro lavoro i servizi e le funzioni pubbliche”.
La nostra nota indicava anche alcuni degli ambiti in cui intervenire, e tra questi le modalità e i tempi di apertura degli Uffici, i trasferimenti verso il posto di lavoro, le tutele in caso di assenze del lavoratore, l’implementazione straordinaria delle forme di lavoro agile, e la dotazione in loco di presidi sanitari.
Manifestiamo quindi una moderata soddisfazione perché su alcuni di questi ambiti sono venute dalla F.P. prime indicazioni, per esempio quelle relative alle modalità di svolgimento dell’attività istituzionale e di servizio, con l’invito alle AA.PP. di favorire una maggiore flessibilità dello svolgimento della prestazione lavorativa privilegiando i lavoratori già portatori di patologie o di quelli su cui grava la cura dei figli, quella di potenziare il ricorso al lavoro agile, alle modalità di afflusso dei cittadini agli Uffici, alle attività di formazione e di missione esterna.
Su altri ambiti, invece, la Direttiva non interviene, in particolare sul fronte della disciplina delle assenze legate all’emergenza in atto, e inoltre, essendo legata alle disposizioni emanate dalla Protezione civile, dal Ministero della Salute e dalle Regioni, rischia di essere già cristallizzata rispetto invece ad una situazione in divenire con riferimento ai territori che potranno essere interessati.
Per tale motivo come CSE reiteriamo la richiesta di intervenire, nell’ambito del preannunciato nuovo intervento normativo per Decreto legge, per specifiche modifiche che tutelino pienamente e senza incertezze il diritto alla salute con riferimento al trattamento economico e all’assenza dal servizio, in una situazione che è oggettivamente emergenziale.
Nella considerazione che la Direttiva in questione offre in ogni caso indicazioni di carattere generale lasciando alle diverse AA.PP. la scelta delle più appropriate modalità attuative, invitiamo tutte le nostre strutture ad avviare con sollecitudine nelle rispettive Amministrazioni le più idonee iniziative tese all’apertura di un confronto urgente e permanente tra A.P. e le Parti sociali su tutti gli aspetti della Direttiva, a partire dall’individuazione di presidi sanitari di sicurezza e prevenzione sui posti di lavoro, che risultano ad oggi alquanto carenti, anche ai fini del “monitoraggio” di cui al punto 10 della Direttiva della F.P..
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