CCNL Funzioni Centrali
CCNL Funzioni Centrali il rischio di un contratto fotocopia.
Prime chiusure dell’Aran alla modifica di alcuni importanti istituti del CCNL, restano ancora indefiniti gli spazi sulla riscrittura dell’ordinamento professionale e sul lavoro agile
Alla quarta riunione, dopo le prime tre che erano state caratterizzate dalla sostanziale riproposizione generale delle proposte sindacali, con l’Aran che si era limitata registrare le diverse posizioni, nella riunione di ieri sono iniziati ad emergere con sufficiente nettezza quelli che per l’Aran sono gli ambiti – e diremo noi i limiti – entro i quali dovrebbe muoversi il negoziato per il rinnovo contrattuale.
In buona sostanza, su alcune materie per noi rilevanti e che necessitano di interventi di profonda riscrittura – come il sistema di partecipazione, le relazioni sindacali, il rafforzamento della contrattazione, sia nelle materie che nei diversi livelli di relazione e, in particolare, il superamento delle norme punitive sul diritto alla salute -, tutte materie contenute nella proposta di articolato provvisorio presentata dall’Aran e su cui ci siamo confrontati in riunione, la posizione dell’Aran è stata di sostanziale chiusura.
Sono stati di nuovo rievocati i vincoli normativi che impedirebbero il ripristino della contrattazione sull’articolazione dell’orario di lavoro, sulla definizione dei profili professionali, sui criteri per le procedure di mobilità volontaria, sull’individuazione e la graduazione delle posizioni organizzative.
Così come il maquillage proposto per gli Organismi Paritetici per l’Innovazione appare inadeguato a renderlo effettivamente esigibile nelle Amministrazioni riottose, prevedendo inoltre tra le materie di confronto alcune tipicamente negoziali come le misure per il benessere organizzativo, la formazione , o il lavoro agile.
Mentre noi riteniamo che possano avere un ruolo solo se deputati al confronto sulle materie rientranti direttamente nelle potestà datoriali come l’organizzazione delle Amministrazioni e degli Uffici, e non certo come surrogato e depotenziamento della contrattazione.
Riscontriamo ancora una posizione di netta chiusura sul superamento dell’istituto delle 18 ore di permesso annue per visite mediche specialistiche ed esami diagnostici, che invece per noi devono essere ricondotti al trattamento di malattia, perché riteniamo non praticabile la proposta di altre Organizzazioni sindacali di misurarsi unicamente sull’aumento di ore di permesso.
Tra l’altro l’Aran, considerando detto innalzamento un costo contrattuale, ne vincola la rideterminazione a scapito delle già esigue risorse economiche stanziate per il rinnovo contrattuale.
Abbiamo ribadito nel nostro intervento che su queste materie, anche a invarianza normativa, vi sono le condizioni per migliorare il contratto vigente. I vincoli normativi evocati erano in gran parte già esistenti al momento della stipula dei contratti precedenti a quello delle Funzioni centrali 2016-2018, e nonostante questo, molti istituti relativi alla contrattazione continuano oggi ad essere presenti nei CCNL di altri comparti del lavoro pubblico.
Sulla nostra richiesta di mantenere l’istituto della malattia in caso di visite specialistiche ed esami diagnostici, ricordiamo che la norma – nel rinviare alla contrattazione le modalità applicative – non esclude tale fattispecie, tanto che è stata confermata anche nei rinnovi contrattuali 2016/2018, ad esempio per il personale docente.
Sugli altri punti oggetto della proposta di “riscrittura” dell’Aran portati in discussione, quali la regolamentazione dei turni abbiamo segnalato la necessità di garantire il recupero della maggiore attività lavorativa svolta, ad esempio nel caso dei turni festivi infrasettimanali, e per quanto concerne le ferie, la necessità di rendere coerenti gli archi temporali di fruizione in caso di rinvio per motivi di servizio, o motivate esigenze del lavoratore e di prevederne la fruizione fino almeno ai nove mesi dell’anno successivo a quello di maturazione.
Pur non essendo entrati ancora nel merito degli altri istituti fondamentali (la riunione di ieri era limitata agli aspetti sopra evidenziati) che costituiscono il vero banco di prova per il rinnovo del contratto (parte economica, ordinamento professionale, lavoro agile), questa fase conferma tutte le nostre preoccupazioni che sin dalla prima riunione ci hanno portato a definire questa, una trattativa in salita.
Dopo dieci anni di blocco contrattuale e un rinnovo 2016-2018 assolutamente insufficiente dal punto di vista economico e peggiorativo su quello normativo, è necessaria una svolta che non può certamente limitarsi alla riproposizione di gran parte del contratto precedente.
Questo non solo per riconquistare spazi di agibilità, di partecipazione, di tutela e di valorizzazione per le lavoratrici ed i lavoratori, ma anche per fare del CCNL un formidabile strumento che sia in grado di accompagnare gli ineludibili processi di rilancio delle nostre Pubbliche Amministrazioni alla luce delle sfide richieste dall’attuazione del PNRR .
Dobbiamo contrastare il rischio dicotomia con l’approvazione da parte del Governo e del Parlamento di una serie di norme tutte mirate (almeno nelle intenzioni e nei titoli) alla modernizzazione e all’efficientamento, e un CCNL che invece stancamente ripropone soluzioni datate e inadeguate.
Dobbiamo cioè evitare un “contratto fotocopia” rispetto a quello relativo al triennio 2016-2018, che era apparso già da subito in molte parti inadeguato e che poi tale è risultato nei fatti dopo 3 anni di applicazione, ma che oggi, a fronte del quadro di situazione prodotto dall’emergenza Covid, apparirebbe del tutto anacronistico e inadatto rispetto alle esigenze delle PP.AA. e più in generale del Paese.
Il rinnovo del contratto non è infatti un adempimento burocratico, basato sui “precedenti”, ma deve essere in grado di recepire e normare tutte le modifiche che si sono succedute e guardare al futuro, per regolare e governare il cambiamento in atto.
La prossima riunione è stata fissata per il 1 luglio e in quella sede verificheremo l’ulteriore andamento del confronto.
Nel frattempo confermiamo le nostre iniziative a livello politico e parlamentare per migliorare i contenuti del DL 80 in sede di conversione in legge, allo scopo di agevolare il raggiungimento degli obiettivi che ci prefiggiamo, e continueremo a confrontarci, come abbiamo fatto in questi mesi con le lavoratrici ed i lavoratori, nel corso delle Assemblee indette in tutte le Amministrazioni del comparto.
La Segreteria Generale
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