La FLP oggi in audizione alle Commissioni Riunite

e giustizia del Senato sulla conversione in legge del DL 80/2021

Si è tenuta nel primo pomeriggio di oggi un’importante audizione della FLP presso le Commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia del Senato sulla legge n 2272 di conversione del Decreto legge n. 80/2021.

L’Audizione, che è stata trasmessa in diretta sulla webtv del Senato, ed è visionabile al link https://webtv.senato.it/4621?video_evento=214701, è stata l’occasione per presentare ai Presidenti delle Commissioni, ai Relatori Valeria Valente e Giacomo Caliendo e ai molti Senatori intervenuti, le valutazioni della FLP sul provvedimento in conversione, con la contestuale presentazione degli emendamenti che abbiamo predisposto per modificare gli aspetti per noi inaccettabili del Decreto Legge “reclutamento”.

Il Decreto in conversione non si limita a definire le modalità di assunzione per le nuove professionalità necessarie all’attuazione dei Piani previsti nel PNRR e l’avvio dell’Ufficio unico del processo, ma riscrive in buona parte alcune norme del D. Lgs. 165 in materia di rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici.

Nelle linee generali, ed in alcuni punti, dette modifiche vanno nella direzione da noi richieste con il pressing dei mesi scorsi nei confronti di Governo e Parlamento per rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno dispiegarsi della contrattazione collettiva, elementi necessari per rinnovare i contratti e riscrivere gli ordinamenti professionali.

Ma vi sono aspetti che riteniamo debbano essere oggetto di profonde modifiche e miglioramenti in sede di conversione in legge, con particolare riferimento all’esigibilità di alcuni istituti o al superamento dell’eccessiva ingerenza della norma su aspetti che debbono essere, invece, regolati dalla contrattazione collettiva.

Per noi le modifiche debbono limitarsi a superare i vincoli che impediscono la piena contrattazione, non a regolamentare direttamente le materie relative al rapporto di lavoro e all’ordinamento professionale, e tantomeno a costruire un nuovo groviglio di norme, farraginoso e confusionario. A tal fine appare ad esempio un’incursione legislativa non accettabile l’individuazione analitica dei nuovi profili professionali in cui inquadrare i neoassunti a tempo determinato alla Giustizia, che lede l’autonomia negoziale e il delicato lavoro di riscrittura dell’ordinamento professionale, disarticolando l’attuale sistema di inquadramento tra nuovi assunti e personale già in servizio e inquadrato nei vecchi profili.

In tale ambito abbiamo proposto un allargamento del sistema di partecipazione coerente con i nuovi e pressanti compiti assegnati alle Pubbliche amministrazioni per l’attuazione del PNRR, con la necessità di essere sempre più al passo con i bisogni e le aspettative di cittadini e imprese, ridando al CCNL un ruolo decisivo nel consentire il più ampio coinvolgimento delle lavoratrici, dei lavoratori e dei loro rappresentanti, mettendo a fattor comune le migliori esperienze e intelligenze che sono presenti ad ogni livello nelle Amministrazioni.

Abbiamo ribadito che valutiamo positivamente la norma che supera il tetto predeterminato ai Fondi risorse Decentrati delle Amministrazioni. Riteniamo però che vada resa immediatamente esigibile, che ne venga prevista l’immediata fattibilità e applicabilità in sede di contrattazione collettiva, anche e soprattutto integrativa, senza dubbi interpretativi che rischiano di vanificarne gli effetti.

Per quanto concerne il diritto alla carriera abbiamo accolto con favore il recepimento di una nostra richiesta di sempre con il ripristino a regime dei passaggi tra le Aree per il personale interno con percentuali di copertura fino al 50% dei posti disponibili. In questo caso restano però le criticità per la formulazione della norma che interviene sui criteri prevedendo metodi comparativi unilaterali, basati sull’individuazione di criteri e titoli non condivisibili, in luogo, come da noi richiesto, di una proceduralizzazione concorsuale, e soprattutto non supera con l’attuale formulazione il vincolo del possesso del titolo di studio previsto per l’accesso dall’esterno come requisito di accesso, vanificando l’esperienza professionale e le competenze acquisite dal personale nel corso del rapporto di lavoro.

Come FLP abbiamo chiesto che i criteri di selezione vengano decisi in sede di contrattazione collettiva nazionale di comparto. Stesso discorso, ancora più rafforzato, perché nel caso di specie ci troviamo di fronte a progressioni all’interno della stessa Area di inquadramento, vale per le progressioni economiche all’interno delle Aree. La norma deve limitarsi a prevederne la realizzabilità, non certo criteri e modalità di espletamento. È solo il CCNL, e la successiva contrattazione integrativa, che deve individuare i criteri di selezione e attribuzione.

Positiva l’istituzione di un’ulteriore Area specifica per le posizioni di elevata professionalità da attuare in sede di contrattazione collettiva nazionale.

Si tratta di una norma importante che va nella direzione di riconoscere le molteplicità professionalità presenti nelle Pubbliche Amministrazioni e quelle che nei prossimi mesi entreranno per ricoprire tutte le quelle funzioni strategiche e tecnico-professionali ad oggi non previste, ma assolutamente necessarie. Un “middle management” che esiste di fatto ma la cui funzione non è riconosciuta o è incardinata nella figura delle Posizioni Organizzative che non ne riconoscono la valenza giuridica e, soprattutto, sono temporanee e lasciate all’arbitrio della dirigenza nelle modalità di conferimento. L’Area delle elevate professionalità per noi va quindi finalmente istituita e riempita di contenuti in sede di rinnovo dei Contratti, con una norma di prima applicazione per il personale interno, evitando che possa configurarsi come un contenitore di nicchia molto limitato nei numeri e destinato ad inquadrare solo alcune professionalità o titolari di posizioni organizzative. Ribadiamo poi che non accetteremo mai lo scippo, lo stralcio, o la mancata attivazione dell’Area in sede contrattuale, come oggi altre Organizzazioni sindacali hanno incredibilmente ipotizzato in sede di audizione.

Così come abbiamo apprezzato le norme in materia di accesso alla dirigenza con la previsione di procedure riservate (fino al 30 per cento dei posti disponibili) al personale interno inquadrato nell’area apicale delle qualifiche funzionali da almeno 5 anni. La norma recepisce una nostra rivendicazione, che è parte integrante della proposta di nuovo Ordinamento professionale.

Abbiamo chiesto, invece, la soppressione della norma che aumenta le percentuali di attribuzione degli incarichi dirigenziali ai sensi dell’art. 19 comme 6 del D. Lgs. 165.

Tale norma aumenta il già elevato ambito di discrezionalità nel conferimento senza concorso degli incarichi dirigenziali (già oggetto in questi anni di numerose censure anche in ambito costituzionale) e non appare coerente con l’impianto complessivo che su questa materia prevede un mix tra procedura selettive interne delle singole amministrazioni e reclutamento tramite la SNA.

Sul superamento del nullaosta in caso di mobilità volontaria tra Amministrazioni, abbiamo proposto modifiche che vanno nella direzione di renderlo più esigibile, estendendolo anche al comparto sanità, che nell’attuale formulazione del DL (mantenimento dell’istituto in caso di profilo infungibile, o carenza del 20 per cento nella qualifica), sarebbe in molti casi inapplicabile e di fatto aggirabile dalle Amministrazioni che spesso frappongono ostacoli puramente difensivi e quindi impediscono una possibile ricollocazione di professionalità.

Infine abbiamo espresso una valutazione negativa sulla parte relativa alle assunzioni temporanee dall’esterno di funzionari e alte professionalità per la natura precaria di detto rapporto di lavoro che alimenta il fenomeno del precariato e sicuramente porrà poi il problema delle stabilizzazioni, nonché per i titoli richiesti che limitano la possibilità di accesso per centinaia di migliaia di giovani restringendo la platea senza alcuna garanzia di effettiva copertura dei posti. Il rilancio delle Pubbliche amministrazioni alle prese con carenze di organico eccezionali dopo decenni di mancato turn over, necessita di un’operazione di ampio respiro, non temporanea, o tampone, ma strutturale che rafforzi gli organici di tutte le Amministrazioni, ormai al collasso, per garantire i livelli di efficacia e di qualità che servono al Paese.

Nelle prossime ore renderemo disponibili nel dettaglio le proposte emendative presentate e vi informeremo tempestivamente dell’iter parlamentare del provvedimento in questione che continueremo a seguire con la consueta attenzione.

LA SEGRETERIA GENERALE FLP

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