Rinnovo del CCNL delle Funzioni Centrali
Carlomagno: Si preannuncia in salita il negoziato aperto oggi in Aran
L’Atto di indirizzo del governo si limita a confermare le scarse risorse economiche disponibili e già in gran parte erogate, prosegue nel solco del depotenziamento della contrattazione collettiva, non offre soluzioni per l’attuazione del nuovo ordinamento professionale e la formazione del personale
Il negoziato apertosi oggi presso l’Aran per il rinnovo del CCNL delle Funzioni Centrali, tra l’altro a pochi mesi dalla scadenza della vigenza 2022/2024, rischia di essere l’ennesima occasione perduta, in un momento in cui, invece, a fronte delle trasformazioni epocali delle organizzazioni e dello stesso modo di lavorare, vi sarebbe la necessità di adeguare e rilanciare gli istituti contrattuali, il sistema di partecipazione, i percorsi di carriera , la formazione, gli strumenti di conciliazione vita lavoro.
È quanto afferma il Segretario generale della FLP Marco Carlomagno commentando i lavori della prima giornata di negoziato.
Le risorse economiche, stanziate con le leggi di bilancio del triennio, sono assolutamente insufficienti per recuperare la forte perdita del potere d’acquisto subita dalle lavoratrici e dai lavoratori per effetto di un’inflazione che ha sfiorato nel triennio il 20%.
Il 5,76% a regime stanziato dal governo non recupera quindi nemmeno un terzo del potere d’acquisto, e l’impoverimento del lavoro pubblico è ancora maggiore se pensiamo che in questi anni si è avuta una riduzione consistente anche delle risorse della contrattazione integrativa, decurtate dai tagli imposti dalla Ragioneria Generale dello Stato, che in molti casi hanno portato a tagli che mediamente superano il 30 per cento.
Con un valore dei buoni pasto, fermo da decenni, che ha certamente ulteriormente, decurtato il potere di acquisto e che invece va rivalutato adeguatamente.
Vanno quindi stanziate, nel corso del negoziato, nuove risorse.
Ma non è solo la questione salariale che ci preoccupa, continua Carlomagno.
E’ necessario ripristinare il diritto alla carriera e intervenire sull’ordinamento professionale del personale, definito con il CCNL 2019-2021 ma in gran parte ancora non attuato, a partire dalla mancata, concreta, istituzione dell’Area delle Elevate professionalità e dal riconoscimento effettivo delle funzioni svolte dal personale in questi anni all’interno delle nuove famiglie professionali; così come per la FLP è necessario apportare adeguati correttivi al meccanismo dei cosiddetti “differenziali stipendiali” che, ben lungi dall’offrire nuove opportunità di riconoscimento professionale, si stanno rivelando delle vere e proprie gabbie che impediscono alla stragrande maggioranza del personale di vedersi riconosciuto, anche solo a livello economico, l’accrescimento professionale e gli obiettivi raggiunti.
Sulla formazione è necessario un cambio di passo che inverta l’inaccettabile situazione attuale per la quale oggi vengono stanziati solo 48 euro annui pro-capite per addetto (pari neanche ad 1 ora) in un mondo del lavoro in continuo cambiamento per effetto delle continue modifiche normative e regolamentari e dall’avvento delle nuove tecnologie. E in tale scenario le stesse 24 ore annue che il Ministro Zangrillo “auspica” nel suo atto di indirizzo, ove diventassero effettivamente esigibili, appaiono insufficienti.
Così come contrasteremo ogni arretramento nel campo delle nuove modalità di svolgimento della prestazione lavorativa come il lavoro agile e da remoto, e ci batteremo per un’implementazione degli istituti a livello contrattuale non solo a tutela dei fragili, per chi versa in particolari condizioni di salute, a tutela della genitorialità e per l’assistenza ai familiari, ma come strumenti di vera conciliazione vita-lavoro e di modernizzazione delle Amministrazioni e del modo di lavorare.
Rispediamo al mittente, continua Carlomagno, il restringimento unilaterale delle materie che dovranno essere regolamentate dal Contratto, con l’esclusione di aspetti rilevanti quali l’articolazione dell’orario di lavoro, l’organizzazione del lavoro agile, la formazione, i sistemi di valutazione che sono invece il cuore del rapporto di lavoro e, ove condivisi, eccezionali fattori di miglioramento organizzativo.
L’atto di indirizzo delinea l’ambito d’azione e il mandato del governo al negoziatore pubblico, non certo quello del Sindacato, che resta la parte decisiva affinché si addivenga alla firma del CCNL.
E’ inutile ripetere che a fronte di risorse economiche così esigue, in gran parte erogate con l’anticipo di fine anno, come FLP non abbiamo alcuna intenzione di contribuire con una firma al ribasso, a una sostanziale moratoria del rinnovo contrattuale, che se ci muovessimo nell’ambito dell’Atto di indirizzo del governo ad Aran si limiterebbe a prendere atto delle poche risorse stanziate, e a bypassare tutte le grandi questioni aperte, che verrebbero rimandate agli anni futuri.
L’ufficio Stampa
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