SOTTOSCRITTO ALL’ARAN IN VIA DEFINITIVA
IL CCNQ SULLA RIDEFINIZIONE DEI COMPARTI DI CONTRATTAZIONE. NESSUN ALIBI ORA PER IL GOVERNO. PER LA CSE BISOGNA APRIRE SUBITO IL NEGOZIATO INTEGRANDO LE RISORSE ALL’ATTUALITA’ ASSOLUTAMENTE INACCETTABILI
Sottoscritto nel pomeriggio del 13 luglio in Aran in via definitiva, dopo la preintesa del 5 aprile e l’autorizzazione del Governo alla sottoscrizione, l’accordo quadro sulla ridefinizione dei comparti di contrattazione.
Come è noto i nuovi comparti di contrattazione ora sono quelli delle Funzioni centrali, delle Funzioni locali, dell’ Istruzione e ricerca e della Sanità. Viene confermato altresì lo specifico comparto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Come emerge dai dati certificati e diramati dall’Aran subito dopo la firma definitiva la CSE si conferma Confederazione sindacale maggiormente rappresentativa nel pubblico impiego.
Ad un anno dalla sentenza della Consulta voluta da CSE/FLP con il ricorso “un euro per fare giustizia”, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del blocco dei contratti, la definizione dei nuovi comparti toglie ogni alibi al Governo, che finora si è limitato a generiche e inaccettabili affermazioni, mentre permane la provocazione degli stanziamenti assolutamente irrisori della legge di stabilità 2016.
“La nostra posizione è chiara – dichiara Marco Carlomagno, Segretario Generale CSE – rivendichiamo un congruo indennizzo economico per gli anni di blocco dal 2009 al 2015 e su questo siamo fiduciosi che si pronunci a breve la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sul ricorso voluto dalla FLP.
Esigiamo stanziamenti per il rinnovo dei contratti che siano in grado di rivalutare il potere d’acquisto dei salari falcidiato dagli anni di blocco. E su questo siamo pronti, come abbiamo fatto più volte in questi mesi, a scendere in piazza, anche unitariamente, per rivendicare i nostri diritti.”
LA SEGRETERIA GENERALE CSE
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